A volte appare nelle sere un volto

e ci guarda dal fondo d’uno specchio;

l’arte dev’essere come quello specchio

che ci rivela il nostro stesso volto.

Jorge Luis Borges

Vita sottratta alla banalità, depurata dalle convenzioni razionali, giocata sull’azzardo

della curiosità, vita fondata sull’incanto e la gioia.

Così mi appare il Viaggio Pittorico di Pippo Vaccaro, un viaggio intimo che si muove

nel tentativo di umanizzare e armonizzare il rapporto dell'uomo con la realtà immaginifica,

quella realtà che si vede e si “sente” attraverso la percezione.

Tutta la produzione pittorica di Vaccaro è fondata su un accattivante linguaggio emotivo,

emotività che si palesa soprattutto nelle pitture “

Colori di Sicilia” , un ciclo creativo

che risulta essere il concretarsi pittorico dell’infinita Bellezza della Natura siciliana.

Sullo spazio euclideo della tela, prendono corpo i colori di una natura mediterranea che

quotidianamente esplode sotto i nostri occhi, natura che si manifesta come lama

meridiana ad accecare lo sguardo e, soprattutto, l’anima dell’uomo.

Natura fondata sulla luce opalescente della Sicilia e proprio tale luce imponente risulta

essere la protagonista assoluta delle pennellate plasmate, incise e sedimentate in quel

corpo, misteriosamente accogliente, che è la tela bianca.

Pippo Vaccaro pittore non descrive, non traspone pedissequamente la realtà della natura,

più semplicemente ne racconta le profonde percezioni “

affettive” che gli uomini provano

mediante l’utilizzo di strumenti intuitivi come lo è il cuore.

Appare chiaro che il procedere pittorico di Vaccaro si fonda sul ragionare attorno al tema

dell’arte visiva quale strumento di comunicazione emotiva e poetica, infatti, il suo è un

fare pittorico che si contrappone criticamente al mondo delle immagini cibernetiche, quel

discutibile mondo virtuale che produce nella vita di ogni uomo l’assenza delle emozioni

e l’anestesia assoluta e irreversibile del cuore.

Un espediente, un tentativo possibile di riformulare e ripristinare una comunicazione

semplice e umanizzata che permette di ascoltare le voci e le memorie prodotte dai sensi

dell’anima e dell'esistenza.

Un fare creativo che ricerca il senso della vita e che al contempo si fa fenomeno relazionale-

comunicativo, così come affermato da Edmund Husserl: “Ciò che le cose sono,

lo sono soltanto come cose dell’esperienza. Non c’è oggetto esistente in sé in modo tale

da escludere ogni relazione con la coscienza e con l’io”.

Dunque, la pittura di Pippo Vaccaro si struttura come una condizione esistenziale e

come un linguaggio poetico che rifiuta la logica della pianificazione dell’immaginazione

collettiva.

Pittura quale unguento medicale per sanare una vita invasa ed espropriata dalla comunicazione

online, computerizzata e digitale che decreta la morte di ogni orizzonte interiore

e di qualsiasi pensare critico.

Tanino Bonifacio